Piano casa per i docenti fuorisede: Valditara riapre il dibattito

giuseppe valditara merito docente tutor docente orientatoreÈ una dichiarazione importante quella che il Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara ha rilasciato in occasione del Meeting di Rimini appena conclusosi. Un evento che riunisce alcune delle più importanti personalità di rilievo nel campo della politica, della cultura, dell’economia, esponenti delle diverse fedi religiose, intellettuali, artisti e atleti di fama internazionale, durante il quale il titolare del dicastero di Viale Trastevere ha affrontato diversi temi tra cui la carenza di docenti al Nord Italia dove le cattedre restano vuote a causa del caro vita che impedisce agli insegnanti del Sud di accettare un incarico.

È successo anche quest’estate in occasione della mini call veloce che ha visto molti aspiranti rifiutare la stabilità di un impiego certo e di una retribuzione sicura. Il problema, infatti, è proprio quest’ultima, insufficiente a consentire una vita dignitosa a chi per lavorare è costretto a trasferirsi lontano da casa, a un fitto fuori misura e a tutto ciò che comporta essere fuorisede.

A tal proposito, il Ministro ha dichiarato: «Molti docenti del Sud non si vogliono trasferire al Nord. Stiamo ragionando con qualche Regione per mettere a disposizione degli appartamenti. Dobbiamo far sì che fare il docente in una regione diversa non significhi perdere ulteriormente status sociale».

Non è la prima volta che Valditara fa una simile dichiarazione. Già a giugno aveva proposto l’introduzione di nuovi bonus e incentivi per gli insegnanti a sostegno di coloro che vivono in aree con costi di vita elevati: «I docenti non possono essere considerati gli ultimi nella scala della pubblica amministrazione. Per questo abbiamo introdotto l’assicurazione contro gli infortuni – già prevista per gli altri dipendenti della PA – anche per il personale della scuola. Ma non è tutto: ho lanciato il progetto di un “piano casa” per i docenti. Dobbiamo ragionare, d’intesa con le Regioni, per trovare alloggi a quei docenti che vivono in luoghi dove il costo della vita è particolarmente elevato. Anche questo significa dare dignità e decoro alla figura dell’insegnante».

A Modena, quest’estate, nonostante le 232 posizioni disponibili per gli insegnanti di sostegno, ben 80 posti sono rimasti vacanti perché altrettanti docenti hanno rifiutato l’offerta e non per loro volere. A Bologna, Reggio, Parma non è andata molto diversamente. Non solo Emilia-Romagna, però: in Lombardia, su oltre 2600 posti disponibili, sono arrivate circa 100 candidature, decisamente poche.

E se il caro vita influisce fin troppo sulle scelte, con stipendi che vanno dai 1200 ai 1300 euro, i sindacati sostengono che anche i vincoli legati alla mobilità rendono più sensibili sul tema. Parlano, pertanto, di una stima di circa 200mila supplenti anche per l’anno scolastico 2023/2024.

L’idea di Valditara, dunque, sarebbe quella di «mettere a disposizione appartamenti a canone sociale per quei docenti che si devono trasferire». Serve, pertanto, una «politica intelligente». Ed è decisamente questa che a lungo – e tuttora – è mancata nel nostro Paese.

Il tema è piuttosto caldo e in altre occasioni ha già scatenato un dibattito che ha diviso e non poco l’opinione pubblica tra chi sostiene che non sia giusto favorire i fuorisede e chi, al contrario, trova la misura più che giustificata. Discorso simile si era intavolato anche in occasione di un’altra proposta del Ministro quando a gennaio aveva paventato la possibilità di salari differenziati per chi vive e lavora in una regione in cui è più alto il costo della vita. Una proposta al momento accantonata ma che potrebbe tornare.

In entrambi i casi, forse soluzioni alternative potrebbero evitare discrepanze e malumori. Si potrebbe, ad esempio, rinnovare davvero i contratti, e non nella versione che tanto rumore ha fatto per pochi spicci, eliminare il vincolo della mobilità o ridurre la tassazione sugli stipendi che, in Italia, tocca percentuali vergognose in un Paese che è già più che diviso, profondamente iniquo e con gli stipendi tra i più bassi d’Europa.

Che quelle di Valditara siano solo roboanti dichiarazioni oppure reali intenzioni del governo non è dato saperlo. Quel che è certo è che non è più procrastinabile nessuna iniziativa: nessuna che possa consentire ai docenti italiani di lavorare e di vivere con dignità. Quella costantemente schiacciata da politica e sistema Italia.

Lascia un commento