Decreto Sostegni Bis: accordi non rispettati. Scuola e sindacati in piazza

decreto sostegni bisLo scorso 26 giugno è stato un sabato di piazza, non il primo e nemmeno l’ultimo del lungo e caldo periodo estivo che stiamo vivendo. In queste settimane, infatti, i temi in gioco sono stati tanti: dallo sblocco dei licenziamenti previsto per il prossimo 1 luglio al Decreto Sostegni Bis che ha mobilitato – ancora – la scuola, il mondo del lavoro è in completo subbuglio. La sensazione, quasi certezza, è che il peggio debba ancora arrivare.

A far tremare i polsi è, ovviamente, l’atavica instabilità che contraddistingue l’occupazione italiana – anche il sistema istruzione – di cui la pandemia ha ampliato i limiti, sottolineandone la pericolosa programmazione ragionieristica. E sebbene le conseguenze siano ormai più che tangibili, le cose non sembrano voler migliorare.

Da Montecitorio, infatti, non giungono buone notizie. Così, dopo un’apparente quiete seguita alla firma del Patto per la Scuola dello scorso 20 maggio, le piazze sono tornate a riempirsi di precari e docenti, con i sindacati compatti nel sostenere che il decreto vada in una direzione diversa da quanto previsto.

L’accordo, firmato appena un mese fa, può essere riassunto in appena una decina di punti, frutto di una collaborazione tra Ministero e organizzazioni sindacali che pareva soddisfare tutte le parti in causa. Questi, in linea di massima, gli obiettivi principali:

  • garantire un’efficace programmazione e gestione dell’offerta formativa delle istituzioni scolastiche attraverso nuove procedure di reclutamento finalizzate ad assicurare la presenza di ogni figura professionale prevista dall’organico il 1 settembre di ogni anno. Tale impegno si deve realizzare entro l’avvio del prossimo anno scolastico, anche attraverso una procedura urgente e transitoria di reclutamento a tempo indeterminato;
  • rendere le procedure per il reclutamento del personale scolastico regolari;
  • garantire la sicurezza degli ambienti scolastici;
  • definire provvedimenti finalizzati all’innalzamento dei livelli di istruzione volti a contrastare gli abbandoni e la dispersione scolastica e ad aumentare l’inclusività; al rafforzamento dell’offerta formativa delle scuole in accordo con i territori e allo sviluppo di percorsi didattici individualizzati per tutti gli studenti, attraverso un utilizzo più efficace delle risorse;
  • assicurare la continuità didattica tramite una programmazione pluriennale degli organici;
  • potenziare la formazione iniziale dei docenti della scuola secondaria;
  • definire un sistema strutturato di formazione continua;
  • programmare percorsi formativi per dirigenti e per il reclutamento e la formazione del personale ATA, compresi i neoassunti;
  • prevedere efficaci politiche salariali per la valorizzazione del personale con il prossimo rinnovo del contratto;
  • aprire un confronto sulla mobilità del personale scolastico e della dirigenza.

In merito, il Ministero avrebbe dovuto avviare tavoli tecnici dedicati allo studio, all’analisi e alla
definizione di soluzioni condivise e monitorate. A oggi, però, l’accordo sembra già essersi sgretolato, di conseguenza, dal 9 giugno, passando per il 15 e, infine, per lo scorso sabato, i sindacati tutti hanno riempito le piazze per chiedere di rispettare quanto pattuito in sede di colloquio. Finora, però, le mobilitazioni non hanno avuto alcun risultato.

Il ddl è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 25 maggio, ma sarà questa la settimana decisiva per la discussione degli emendamenti presentati in occasione delle votazioni in Commissione Bilancio. All’interno del testo, due sono gli articoli che trattano specificamente di scuola e relative misure urgenti. Si tratta degli articoli 58 e 59, volti a disciplinare i seguenti provvedimenti:

  • emanazione da parte del Ministero dell’Istruzione di ordinanze per l’avvio dell’anno scolastico 2021/2022 senza oneri aggiuntivi per le casse dello Stato;
  • adattamento del calendario scolastico d’intesa con Conferenza Stato-Regioni;
  • adattamento del calendario delle immissioni in ruolo, della modalità delle assegnazioni provvisorie/utilizzazioni e delle nomine a tempo determinato per consentire a tutto il personale di essere già nelle scuole il 1 settembre 2021;
  • attività di rafforzamento degli apprendimenti dal 1 settembre, senza oneri aggiuntivi, dunque come attività ordinaria;
  • attivazione della didattica a distanza per studenti fragili;
  • abrogazione per l’a.s. 2021/2022 delle immissioni in ruolo da call veloce per i docenti e per i DSGA;
  • proroga della componente elettiva del CSPI al 31 agosto 2022, ma anche il termine dei 7 giorni per la definizione di pareri richiesti dal MI;
  • intervento sul vincolo quinquennale che diventa triennale, ma estendendo per legge il vincolo di permanenza nella provincia per un triennio a tutto il personale trasferito in qualunque sede della provincia richiesta;
  • proroga al 1 settembre 2021 del termine per l’espletamento del bando assunzionale del personale ex LSU;
  • proroga al 31 dicembre 2021 dell’utilizzo dei fondi stanziati con il Dl Rilancio e il Dl Agosto per edilizia scolastica. Tali fondi sono aumentati di ulteriori 70 milioni per il 2021;
  • istituzione del Fondo per l’emergenza epidemiologica da COVID-19 per l’anno scolastico 2021/2022, finalizzato all’acquisto di beni e servizi, di 350 milioni per le istituzioni scolastiche statali e di 50 milioni per le scuole primarie e secondarie paritarie;
  • possibilità di deroga al monte ore minimo previsto per IeFP, IFTS, ITS per l’a.s. 2020/2021 ai fini della validità dell’anno scolastico/formazione;
  • proroga degli incarichi temporanei nelle scuole dell’infanzia paritarie anche per l’a.s. 2021/2022;
  • accorpamento del primo e secondo ciclo di istruzione della Scuola europea di Brindisi in un’unica istituzione scolastica;
  • abrogazione del concorso per dirigenti tecnici con funzione ispettiva;

L’articolo 59, invece, ridisegna il sistema di reclutamento del personale docente.

  • Assunzioni da GPS per il 2021/22: in coda alle graduatorie vigenti, i posti residui delle immissioni in ruolo possono essere attribuiti a docenti iscritti nella prima fascia GPS e negli elenchi aggiuntivi che abbiano 3 anni di servizio nelle scuole statali, negli ultimi 10 anni;
  • modifiche ai concorsi ordinari: le prove scritte previste nei bandi saranno sostituite da un’unica prova con quesiti a risposta multipla. La formazione delle graduatorie avverrà nei limiti dei posti messi a concorso. I bandi dei due concorsi ordinari già previsti saranno modificati senza riaprire i termini per la partecipazione. Inoltre, chi non supera il concorso non potrà partecipare a quello successivo per la medesima tipologia di posto/classe di concorso;
  • discipline STEM: ci sarà un concorso specifico per le classi A20, A26, A27, A28, A41 (per oltre 6mila posti) che si svolgerà con una prova scritta con 50 quesiti a risposta multipla; la prova orale e la formazione della graduatoria entro il 31 agosto 2021. I candidati già iscritti al concorso ordinario potranno partecipare;
  • idonei concorso straordinario: potranno entrare nelle graduatorie che danno accesso al ruolo;
  • percentuali di assunzioni concorsi 2018: assegnato ai concorsi 2018 (quello degli abilitati della secondaria e lo straordinario primaria e infanzia) il 100% dei posti residui per le assunzioni 2021/2022 dopo le assunzioni dalle GM 2016.

Provvedimenti, quelli previsti, definiti in gran parte inadeguati, per ciò che concerne l’autonomia contrattuale, e contradditori rispetto agli atti emanati dallo stesso Ministero nelle ultime occasioni. Sul fronte dei precari e del reclutamento, invece, le misure sono parziali e richiedono delle modifiche importanti, a partire dalla cancellazione del requisito dei tre anni di servizio per le assunzioni dalla prima fascia fino all’inserimento della seconda per realizzare le assunzioni stesse. Sul concorso ordinario fa discutere, inoltre, il divieto di ritentare il successivo concorso in caso di bocciatura, così come è discutibile la differenziazione tra discipline STEM e altre.

Mancano, infine, i riferimenti alle proroghe dell’organico COVID in scadenza di contratto e alle procedure semplificate per il concorso del personale facente funzione DSGA.

Il testo è, dunque, lacunoso, incoerente rispetto al Patto salutato con soddisfazione persino dal Ministro Bianchi: «Questo Patto è la base per gli sviluppi successivi. Vogliamo andare avanti e quindi prendiamo questo come un punto di partenza, che abbiamo costruito insieme, per rimettere la scuola al centro». Cosa è successo, poi?

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