Scuola: al via le nuove regole anti-Covid, anche per i bambini

nuove regole covid bambiniCambiano le regole della scuola. Con il decreto legge n.5/2022 entrato in vigore sabato 5, da lunedì 7 febbraio alcune novità verranno introdotte nella gestione dei casi Covid a scuola. In particolare, il decreto intende contrastare il più possibile la didattica a distanza: in pratica, seguiranno le lezioni da remoto soltanto gli alunni non vaccinati, a eccezione della provincia di Bolzano in cui chi attesterà di essere negativo al coronavirus potrà regolarmente recarsi in aula.

Restano in presenza i vaccinati, i guariti da meno di 120 giorni o dopo il ciclo vaccinale primario, i vaccinati con dose di richiamo e gli esenti da vaccinazione per i quali è necessario che i genitori facciano richiesta laddove gli studenti siano minorenni.

A coloro che possiedono un’idonea certificazione di esenzione dalla vaccinazione è riconosciuta la possibilità di svolgere l’attività didattica in presenza:

  • con due o più casi di positività nelle scuole secondarie di I e II grado e nel sistema di IFP;
  • con cinque o più casi di positività nelle scuole primarie.

All’infanzia e alla primaria le lezioni restano in presenza per tutti fino a quattro casi di positività. Alla secondaria di primo e secondo grado le lezioni si confermano in presenza con un caso, dopodiché scatta la didattica a distanza per i non vaccinati.

Scuola primaria: con cinque o più casi di positività, per coloro che dimostrino di aver concluso il ciclo vaccinale primario o di essere guariti da meno di 120 giorni o dopo aver completato il ciclo vaccinale primario, oppure di avere effettuato la dose di richiamo ove prevista, l’attività didattica prosegue in presenza con l’utilizzo di dispositivi di protezione delle vie respiratorie di tipo FFP2 da parte dei docenti e degli alunni di età superiore ai sei anni fino al decimo giorno successivo alla data dell’ultimo contatto con l’ultimo soggetto confermato positivo al Covid-19.

Per quanti possiedono un’idonea certificazione di esenzione dalla vaccinazione, l’attività didattica prosegue in presenza con l’utilizzo dei dispositivi di protezione di tipo FFP2 da parte dei docenti e degli alunni di età superiore ai sei anni fino al decimo giorno successivo alla data dell’ultimo contatto con l’ultimo soggetto confermato positivo su richiesta di coloro che esercitano la responsabilità genitoriale. Per gli altri alunni si applica la didattica digitale integrata per la durata di cinque giorni.

Secondaria di primo e secondo grado: con due o più casi di positività accertati in classe, per chi ha concluso il ciclo vaccinale primario o è guarito da meno di 120 giorni o ha completato il ciclo vaccinale primario, oppure ha effettuato la dose di richiamo, l’attività didattica prosegue in presenza con l’utilizzo di dispositivi di protezione di tipo FFP2 da parte dei docenti e degli alunni fino al decimo giorno successivo alla data dell’ultimo contatto con l’ultimo soggetto confermato positivo al Covid-19.

Per gli esentati dalla vaccinazione, l’attività didattica prosegue in presenza con l’utilizzo dei dispositivi di protezione delle vie respiratorie di tipo FFP2 fino al decimo giorno successivo alla data dell’ultimo contatto con l’ultimo soggetto confermato positivo al coronavirus su richiesta di coloro che esercitano la responsabilità genitoriale per i minori e degli alunni direttamente interessati se maggiorenni. Per gli altri alunni si applica la didattica digitale integrata per la durata di cinque giorni.

Per fugare ogni dubbio, il Ministero ha messo a disposizione un vademecum che sintetizza le misure da applicare consultabile al seguente link: https://bit.ly/3ovM9nj.

Altre novità riguardano la quarantena precauzionale e l’auto-sorveglianza. Entrambe da intendersi destinate sempre agli alunni non vaccinati, che non abbiano completato il ciclo vaccinale primario, che abbiano completato il ciclo vaccinale primario da più di 120 giorni, che siano guariti da più di 120 giorni.

La quarantena precauzionale termina il quinto giorno successivo all’ultimo contatto con il caso più recente di positività che corrisponde all’ultimo giorno di scuola di quest’ultimo. In seguito all’esito negativo del test, antigienico rapido o molecolare, la misura sanitaria può ritenersi conclusa ma, al rientro in aula e per altri cinque giorni – come abbiamo già visto – resta l’obbligo di mascherina FFP2.

L’auto-sorveglianza, invece, implica l’obbligo di mascherine FFP2 fino al decimo giorno successivo alla data dell’ultimo contatto stretto con soggetti confermati positivi. In caso di sintomi – sia alla comparsa sia in caso di persistenza al quinto giorno successivo alla data dell’ultimo contatto) occorre effettuare un test antigenico rapido o molecolare.

Gli studenti non positivi ma attualmente in ddi (didattica digitale integrata) o a casa con la didattica sospesa potranno ritornare a scuola dopo cinque giorni di quarantena e non più dieci come da normativa precedente. Le nuove regole, inoltre, sono retroattive: ciò significa che gli alunni in dad possono rientrare in aula conteggiando i giorni già passati lontani dai loro compagni.

La cessazione della misura, ovviamente, è condizionata all’esito negativo di un test antigenico rapido o molecolare eseguito alla scadenza di detto periodo. Gli alunni che dovessero risultare positivi al tampone effettuato a quarantena terminata, quindi, non potranno riprendere le lezioni in presenza.

Stesso discorso riguarda anche i casi di quarantena di classi con poche positività: la sospensione delle lezioni in presenza si interrompe immediatamente e si rientra regolarmente a scuola già lunedì 7, muniti di mascherine FFP2.

Il decreto legge, infine, contiene disposizioni in materia di spostamenti da e per le isole minori lagunari e lacustri e trasporto scolastico dedicato. Nel merito non si tratta di una disposizione nuova, ma semplicemente di un’estensione temporale rispetto a quanto già previsto con l’ordinanza secondo cui per i soli motivi di salute e di studio è consentito fino al 10 febbraio l’accesso ai mezzi pubblici per lo spostamento da e per isole minori con green pass base e non rafforzato.

Si conferma, poi, che il trasporto scolastico dedicato non è equiparato a trasporto pubblico locale in merito alla disciplina delle certificazioni verdi ed è accessibile agli studenti anche sopra i 12 anni con solo obbligo di mascherina FFP2. Anche in questo caso il limite del 10 febbraio viene superato.

Le regole che abbiamo appena elencato stanno suscitando già in queste ore le prime reazioni tra chi parla di enorme e ingiusta discriminazione, in particolare tra i bambini a cui si estende la quarantena differenziata tra vaccinati e non. Per il Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, però, non c’è alcuna disparità di trattamento, anzi: «Si tratta di un percorso di apertura, di normalità, un modo per spingere le vaccinazioni ai bambini. La responsabilità è garantire la tutela che solo il vaccino può dare». Un discorso che fa più di qualche piega.

Il vaccino anti-Covid per i più piccoli è una libera scelta dei genitori. La stessa comunità scientifica – e la politica comunitaria – ha opinioni divergenti in materia e, sebbene non sia questa la sede più opportuna per soffermarsi sul valore sanitario, etico e sociale dell’adesione alla campagna vaccinale, possiamo certamente affermare che, ancora una volta, a Viale Trastevere come a Palazzo Chigi si sta lavorando a un obbligo che a livello normativo non è previsto per nessuna fascia d’età, figuriamoci per i bambini. Ma se per gli adulti si può auspicare un confronto, una riflessione più ampia che inviti i cittadini più contrari o titubanti a dare fiducia alla scienza, a seguire il senso di responsabilità collettivo – come abbiamo più volte fatto anche su queste pagine –, il tema assume sfaccettature diverse quando riguarda i minori e, in particolare, i più piccoli.

Questi ultimi, infatti, non hanno gli strumenti sufficienti a comprendere e/o farsi una propria opinione, a scegliere per sé. Se non istruiti, ascoltati, seguiti, coloro che da poco vivono la comunità, approcciano a una socialità che non è più soltanto famiglia, rischiano di non comprendere, di sentirsi diversi – e non in senso positivo. Rischiano di sentirsi emarginati o di emarginare a loro volta, di chiudersi in se stessi, di crescere un io pandemico che non è sano, che non gli permetterà di sviluppare la propria personalità e di formarsi come individuo e come membro di un meccanismo più ampio del proprio ego.

E, allora, vanno bene le regole, la prevenzione, la messa in sicurezza di ognuno per la sicurezza di tutti, ma non dimentichiamo – come stiamo facendo – l’aspetto psicologico, la fragilità dei bambini, il pericolo enorme di metterli gli uni contro gli altri. Non dimentichiamo che scuola è anche – e, forse, soprattutto – questo: ascolto, crescita, inclusione.

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