Il debutto del green pass a scuola: le regole del nuovo anno

scuolaAbruzzo, Basilicata, Emilia-Romagna, Lazio, Lombardia, Piemonte, Umbria, Valle d’Aosta, Veneto e Provincia di Trento: sono queste le aree del Paese in cui stamattina, 13 settembre, è suonata la campanella. Dopo un’estate rovente tra polemiche, vaccinazioni e green pass, quattro milioni di studenti sono tornati finalmente in aula e si spera vi resteranno fino alla conclusione dell’anno scolastico.

Molto fiducioso, in tal senso, si dice il Ministro Bianchi che non ha mai perso l’occasione, negli ultimi giorni, per ribadire che la scuola non chiuderà: è una promessa che il governo ha fatto col decreto del 6 agosto. Ma sarà in grado di mantenerla?

Quello appena iniziato è il primo anno a vedere protagonista il green pass, requisito essenziale per lo svolgimento dell’attività lavorativa all’interno dell’istituzione scolastica. Come sappiamo, la certificazione verde si ottiene a vaccinazione effettuata o, valida per 48 ore, in seguito all’esito negativo del tampone. Al momento, circa il 93% del personale docente e ATA risulta vaccinato. Eppure, alcune criticità persistono.

Quella che allarma i dirigenti, in particolare, è la responsabilità di controllo della messa in regola delle certificazioni. Da oggi, tuttavia, è attiva la piattaforma telematica nazionale fornita dal Ministero dell’Istruzione, in collaborazione con il Ministero della Salute e il Garante della Privacy, che servirà a verificare in tempo reale, e quotidianamente, lo stato del green pass per i dipendenti della scuola. I dati che si leggeranno a video sono il codice fiscale, il cognome, il nome, l’inquadramento professionale (docente o ATA) e, ovviamente, lo stato di attività o meno della certificazione. In alternativa, può essere utilizzata l’app VerificaC19.

Il controllo del green pass deve avvenire ogni mattina al fine di evitare l’ingresso del personale che ne è sprovvisto. Come precisa la nota esplicativa del Ministero, chi non presenta la certificazione vedrà la sospensione dello stipendio sin dal primo giorno; la sua sostituzione, in cambio, avverrà dal quinto giorno di assenza ingiustificata che comporterà anche la sospensione formale del servizio con contestuale ammenda dai 400 ai 1000 euro. È esentato da queste regole il personale che, per ragioni sanitarie, non può accedere alla vaccinazione. In questo caso, i tamponi sono forniti gratuitamente.

I docenti sono tenuti a indossare le mascherine di tipo chirurgico. Per il personale impegnato con alunni con disabilità, invece, sono previsti ulteriori dispositivi di protezione individuale per tutelare mani, occhi e viso. Le cattedre vanno posizionate ad almeno due metri di distanza dai banchi degli studenti che, in cambio, non sono più tenuti ai 100 cm di separazione gli uni dagli altri. In sala professori e durante i collegi in presenza, è obbligatorio mantenere il distanziamento e l’uso della mascherina.

Gli alunni non hanno l’obbligo di green pass – una misura che ha fatto discutere, considerando l’alta possibilità che i ragazzi possano trasmettere il virus (per questo, in molte regioni, si sta provvedendo alla loro vaccinazione). Sono previsti, in cambio, degli screening periodici e graduali, in base alla situazione delle singole realtà locali, che potranno selezionare uno o più plessi e studenti di classi diverse. In aula è prevista, inoltre, l’obbligatorietà della mascherina, dai 6 anni in su, nonostante il Ministro Bianchi continui a sostenere che in una classe di tutti vaccinati si possa tornare a sorridere insieme. Il suo messaggio, tuttavia, sa un po’ di pericoloso politichese: ricordiamo che vaccino non significa immunità, dunque è sempre meglio seguire le regole del Comitato Tecnico-Scientifico e affidarsi ai dispositivi di protezione. Al momento, soltanto la Sicilia ha deliberato sulla possibilità di classi sprovviste di mascherina. Per tutti gli altri, invece, persiste l’obbligo. E speriamo si confermi.

Come lo scorso anno, i dpi sono forniti direttamente dallo Stato tramite il Commissario straordinario per l’emergenza Covid. L’augurio è che si rivelino migliori di quelli distribuiti in passato, a lungo sotto i riflettori e – anche – al centro di indagini ancora tutte da approfondire. Persistono, inoltre, gli ingressi scaglionati e, ove possibile, per accessi differenziati. Le aule dovranno essere quotidianamente sanificate e areate di continuo. Secondo il CTS, il ricambio dell’aria è fondamentale, per questo si parla di finestre e porte aperte anche nel corso delle lezioni. Laddove si riscontrasse scarsa ventilazione naturale, si può ricorrere a impianti di filtraggio per i quali sono stati elargiti specifici fondi agli Enti Locali.

Anche per i genitori che intenderanno accedere negli istituti scolastici è previsto l’obbligo di green pass. L’accesso avverrà soltanto dopo registrazione con indicazione dei dati anagrafici, dei recapiti, della data di visita e del tempo di permanenza, nonché dell’esibizione della certificazione verde. Le comunicazioni scuola-famiglia, comunque, continuano a essere consigliate a distanza o su prenotazione.

Cambiano, infine, le regole conseguenti la positività di uno o più individui: se in un istituto si certifica un focolaio, si isola l’istituto. Se il contagio è in una classe, si isola la classe. «Non vedremo più intere Regioni con i plessi chiusi per il Covid. Abbiamo scelto un approccio strutturale per non tornare più in dad», ha ribadito l’inquilino di Viale Trastevere. Le nuove regole resteranno in vigore fino al 31 dicembre, data di scadenza dello stato di emergenza nazionale.

«Ritrovarsi a scuola è una gioia grandissima. Desidero esprimere il mio profondo ringraziamento a tutti voi, alle studentesse e agli studenti, ai genitori, al personale scolastico e amministrativo, centrale e territoriale, così come alle tante persone che contribuiscono ogni giorno alla vita delle nostre scuole. A voi tutti, i miei più vivi auguri per un sereno anno di lavoro e crescita, insieme», ha scritto Bianchi. Il suo augurio, oggi, è anche il nostro.

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