Green pass per il personale scolastico: domani la discussione

green passSi riunirà domani, martedì 20 luglio, la cabina di regia governativa in merito alla discussione sull’obbligatorietà del green pass su modello francese. La questione tiene banco da settimane e, da qualche giorno, coinvolge anche il personale scolastico. Lo stesso Ministro Bianchi ne ha parlato in una recente intervista: «La decisione sull’obbligo vaccinale o meno per gli insegnanti andrà presa dall’intero collegio. Attualmente – mi ha comunicato ieri il generale Figliuolo – siamo all’84% per quanto riguarda gli insegnanti a cui è stata somministrata la prima dose e al 75% per la seconda: c’è stata una risposta molto responsabile e ne terremo conto».

Nei giorni scorsi, anche il Comitato Tecnico-Scientifico si era espresso sul tema affermando la necessità che il personale docente e ATA sia immunizzato in vista delle prossime riaperture: la vaccinazione costituisce, a oggi, la misura di prevenzione pubblica fondamentale per contenere la diffusione della SARS-CoV-2. È, dunque, essenziale, per evitare di dover rinunciare alla didattica in presenza, oltre che alle altre attività di socializzazione in ambiente scolastico e, nel contempo, impedire che si generino focolai di infezione, promuovere la vaccinazione nella scuola, tanto del personale scolastico (docente e non docente), quanto degli studenti.

Il CTS, infatti, ritiene assolutamente necessario dare priorità alla didattica in presenza per l’anno scolastico 2021/2022, non solo come strumento essenziale per la formazione degli studenti, ma anche come momento imprescindibile e indispensabile nel loro percorso di sviluppo psicologico, di strutturazione della personalità e dell’abitudine alla socializzazione, la cui mancanza può negativamente tradursi in una situazione di deprivazione sociale e psico-affettiva delle future generazioni.

Il perseguimento di tale obiettivo – si legge nel verbale – giustifica l’inserimento/mantenimento del personale della scuola tra le categorie da vaccinare prioritariamente e, vista la recente approvazione del vaccino di Pfizer/BioNTech dai 12 ai 15 anni, l’inserimento, in tali categorie, degli studenti di età eguale o superiore ai 12 anni, benché per questi ultimi sia noto che lo sviluppo di una sintomatologia grave sia evento infrequente e che i casi letali siano estremamente rari.

Lo stesso generale Figliuolo, commissario per l’emergenza Covid, aveva scritto alle Regioni allertandole sulla necessità di perseguire la massima copertura del personale per scongiurare – laddove possibile – la falsa partenza già sperimentata lo scorso anno e a cui la crescita rapida della variante Delta potrebbe contribuire. In continuità, il CTS ha avanzato una forte raccomandazione al decisore politico affinché ogni sforzo sia fatto per raggiungere un’elevata copertura immunitaria sia promuovendo intense campagne informative, sia attraverso l’individuazione delle ulteriori misure, anche legislative, appropriate per garantire la più elevata soglia di soggetti immunizzati, in particolare in quei territori nei quali, a oggi, si continuano a registrare livelli marcatamente inferiori.

Il CTS ha parlato, poi, delle condizioni da rispettare quando la campanella tornerà a suonare: laddove possibile in termini di condizioni strutturali-logistiche esistenti nei presidi scolastici, pagando attenzione a evitare di penalizzare la didattica in presenza, il CTS raccomanda di mantenere il distanziamento interpersonale in posizione seduta, questa misura rimanendo prioritaria rispetto alla sicurezza; laddove non sia possibile mantenere il distanziamento fisico per la riapertura delle scuole, resta fondamentale mantenere le altre misure non farmacologiche di prevenzione, ivi incluso l’obbligo di indossare nei locali chiusi mascherine di tipo chirurgico. Il CTS raccomanda, in ogni caso, di porre particolare attenzione alla condizione di studenti con immunodeficienza congenita o acquisita, considerati i rischi gravi associati all’infezione da Covid-19 che caratterizzano tali soggetti.

In vista di settembre, comunque, il titolare del MI si è detto fiducioso: «Stiamo lavorando, abbiamo più di un miliardo già investito per la sicurezza: per le persone e per i trasporti, quindi siamo pronti». Anche per quanto riguarda cattedre e supplenze – ha aggiunto il Ministro – «siamo molto avanti: con gli interventi che abbiamo fatto come Governo e che sono poi passati in Parlamento, che si chiudono il 24, abbiamo praticamente coperto i posti vacanti con concorsi straordinari, con la chiamata dei concorsi pregressi, con gli interventi previsti per immettere nel concorso dell’anno prossimo tutti i posti vacanti disponibili; abbiamo anticipato più di 40 giorni per le supplenze residue, quindi tutto quello che doveva essere fatto è stato fatto. Su questo mi sento sicuro». Ma lo siamo davvero?

A poco meno di due mesi dal rientro in aula gli interrogativi restano e anche molti. Su queste pagine, ad esempio, abbiamo sottolineato spesso quanto lavoro ci sia ancora da fare e quanto poco sia quello fatto fino a ora. Abbiamo anche auspicato, dallo scorso marzo a oggi, che al personale scolastico fossero assicurate sicurezza e prevenzione, ma sappiamo come sono andate le cose. In vista della probabile imposizione del green pass, però, le domande non possono non aumentare: è giusto? Può rivelarsi la soluzione? Basterà? Se il vaccino resta non obbligatorio, può diventarlo la certificazione verde? E cosa succede al corpo docente o personale ATA che rifiuta di sottoporsi a immunizzazione?

La confusione, al momento, regna sovrana. Speriamo, già nelle prossime ore, che dalla cabina di regia si chiarisca quello che ancora appare un quadro approssimativo e affatto rassicurante.

 

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