Docenti come videoterminalisti: doveri e diritti di una categoria allo sbando

 

Il caos ormai regna sovrano laddove andrebbe, e il condizionale è d’obbligo, promosso e salvaguardato il diritto all’istruzione e alla salute. Tanto parlare di sicurezza nelle nostre scuole, testimoni delle prove e dei fallimenti dei vicini stati europei, il nostro ministero non è stato in grado di farsi trovare pronto a fronteggiare questa sfida, che non andava affrontata a cavallo di banchi con le rotelle come bianchi e nobili destrieri bensì con responsabilità, concretezza e una politica di investimenti mirata ed efficace.

Accanto a famiglie che rivendicano questi e altri diritti per i loro figli, agli studenti che desiderano tornare nelle loro aule e recuperare quell’aspetto umano imprescindibile dell’insegnamento-apprendimento, ecco apparire una categoria “cuscinetto”, quella dei docenti, che si barcamenano nei diversi ruoli che ricoprono ogni giorno: lavoratori (alcuni per giunta “fragili”), genitori e “videoterminalisti”. Colgo l’occasione per ringraziare quei sindacati che hanno ben pensato di sottoscrivere col dicastero dell’Istruzione un contratto sulla DDI che per essere applicato e compreso abbisogna di note, chiarimenti e future (auspicabili?) integrazioni interpretative (vedi  Nota del Ministero dell’Istruzione N. 2002 del 9 novembre e Dichiarazione congiunta MI-OO.SS. del 9 novembre scorso).

“L’abitazione è un luogo di lavoro? La sicurezza come viene configurata? E la privacy?  Un’ora di lezione in presenza equivale ad un’ora on line? La DAD è diversa dalla DDI? L’esposizione al video di docenti ed alunni come va regolamentata? Come si garantisce la vigilanza ? E gli infortuni sul lavoro?” Sono una parte delle questioni irrisolte dal contratto sulla didattica a distanza predisposto dal Ministero dell’Istruzione secondo Pino Turi, segretario Uil Scuola, tra le sigle che hanno deciso non sottoscrivere il contratto integrativo sulla didattica integrata digitale. Domande che al momento restano in attesa di risposte, non di interpretabili aneddoti. In questa corsa al recupero di una normalità lavorativa negata dal virus e dall’impreparazione dei ministeri che avrebbero dovuto interagire per porne le basi, i docenti, in salute e in malattia, continuano instancabili a garantire “la funzione scuola” ma sono stanchi di tanta incertezza normativa e dell’emergenza in cui sono costretti a continuare la propria attività. I dipendenti della Funzione Pubblica possono scegliere di lavorare in smart working, i docenti no. E’ giusto e sacrosanto continuare ma con le dovute tutele. Ciò che non tutti sanno, tuttavia, è che, laddove un dipendente svolga più di 20 ore di lavoro alla settimana al Pc, assume la qualifica di videoterminalista, ed ha diritto ad una serie di tutele speciali. Attualmente nessuna clausola contrattuale prevede e disciplina l’indennità per i video terminalisti, l’Aran però, in un orientamento applicativo destinato alle Regioni e alle autonomie locali, evidenzia quanto segue: l’indennità di rischio (…) può essere erogata solo in presenza di quelle situazioni o prestazioni lavorative, individuate in sede di contrattazione decentrata integrativa, che comportano una continua e diretta esposizione a rischi pregiudizievoli per la salute e l’integrità personale; ciò comporta la necessità di un’attenta e ponderata valutazione dell’ambiente e delle condizioni di lavoro per verificare se gli stessi sono in grado di fare emergere una situazione di effettiva esposizione del lavoratore a rischi di pregiudizi per la sua salute o per la sua integrità personale; dovrebbe trattarsi, comunque, di situazioni o condizioni che non caratterizzano in modo specifico i contenuti tipici e generali delle mansioni di un determinato profilo professionale, dato che queste sono già state valutate e remunerate con il trattamento economico stipendiale previsto per il suddetto profilo, essendo piuttosto riconducibili alle specifiche modalità ed alle caratteristiche ambientali in cui le mansioni stesse vengono concretamente espletate. Sorveglianza sanitaria, pause obbligatorie, postazione di lavoro, ambiente di lavoro, illuminazione, sedia, piano di lavoro, computer, formazione sulla sicurezza e sulla salute sono le tutele che speriamo saranno riconosciute e garantite nei prossimi tavoli di confronto per la stipula di un contratto degno di essere chiamato tale. Cosa accadrebbe se i docenti decidessero di incrociare le braccia oggi, liberandosi dalle catene alle quali il dirigente scolastico di turno tenta di assicurarli? No teachers, no learning…meditate.

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