Ti conosco mascherina…

In un’intervista su canale 7 la Ministro Azzolina ha spiegato che se non dovessero esserci le aule per provvedere al distanziamento, si andrà a scuola con la mascherina.

Inoltre, ha indicato le linee guida che il Ministero ha previsto nel caso in cui un alunno presenti sintomi che possano far pensare al Covid. Gli si misura la febbre, si contattano i genitori, lo si rimanda a casa e ci penserà il servizio sanitario, con il quale stanno prendendo accordi “esperti” del Ministero.

Per ovvie ragioni non possiamo riportare qui l’intervista, che troverete ovunque nei social e sulla rete, ma vogliamo esprimere la nostra opinione.

Nei mesi passati, a partire dal blocco delle attività didattiche, quasi tutti si sono domandati quale fosse il modo migliore per far ripartire la macchina della scuola bloccata dalla pandemia. Molte sono state le proposte di addetti ai lavori e non, dalle più fantasiose alle più realistiche, ma comunque dettate da un’esigenza imprescindibile, quella di far ripartire la scuola e garantire l’istruzione ai giovani!

Molti hanno volto l’attenzione fiduciosi ai provvedimenti del MIUR  e tutti, compresi i dirigenti, i docenti, le famiglie, hanno avuto indicazioni non soddisfacenti. L’unica cosa che si è riusciti a capire attraverso dichiarazioni roboanti del ministro, che lo Stato acquistava, con commesse di  milioni e milioni di Euro, nuovi banchi monoposto con le rotelle! La soluzione non era predisporre delle strategie serie che permettessero l’inizio delle attività didattiche, ma quella di comprare! In fondo spendere soldi è semplice! E’ di forte impatto politico la notizia di spendere milioni di euro e ti solleva dalla responsabilità “politica” di dover fare qualcosa che non sai fare!

La prima cosa a cui hanno pensato gli “esperti” della commissione nominata dal MIUR è stata forse la più sensata, stabilire regole per il distanziamento e per la profilassi: dei locali, del personale scolastico e degli alunni, ma per fare questo erano necessarie TRE cose fondamentali: reperire spazi nuovi per le scuole (abbandonate dal 1993 in cui iniziò la politica di risparmi sulla scuola: riduzione del personale, accorpamento degli ordini di scuole con relativo abbandono di molti edifici scolastici, innalzamento degli alunni per classe), aumentare il numero del personale scolastico, almeno raddoppiarlo sia nel personale ATA che in quello docente, diminuire sensibilmente il numero degli alunni per classe (in alcuni licei arrivano a 34/35 in classi veramente piccole, dove si fa fatica a stare quando sono tutti presenti).

Ovviamente tutto questo comportava uno sforzo enorme, sia in termini economici che organizzativi, se era imprescindibile per gli ospedali e la sanità pubblica, che alla stregua della scuola, hanno avuto un ridimensionamento ovunque affidandone la gestione al privato, per la scuola si è provato ad attendere tempi migliori, a procrastinare le decisioni, a privilegiare i provvedimenti ad effetto, quali i banchi a rotelle!

Ci troviamo così a meno di un mese dall’apertura della scuola, a non aver trovato alcuna soluzione reale al problema. La ministro dichiara candidamente che il piano è far andare gli alunni a scuola con la mascherina se non si possono distanziare e che i docenti devono accorgersi se gli alunni hanno i sintomi da covid e in quel caso misurargli la febbre. Ecco il piano illustrato in una lunga intervista televisiva! La sensazione è che della scuola non importa nulla a nessuno, che le decisioni vengono prese da persone che immaginano che nelle cassette del pronto soccorso ci siano i termometri, (chi scrive da alunno e da docente non vi ha trovato mai nemmeno un cerotto, il disinfettante…) e che basta mandare qualche risorsa economica per comprare detersivi e igienizzanti, ma senza sapere che non ci sono i lavoratori per utilizzarli, quelli sono stati ridimensionati!!!

di Flavio Frontone

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