Professione docente: un cammino di fede

Oggi, Pasqua di resurrezione, il calvario dei docenti precari o degli aspiranti docenti sembra non dover finire. L’atteggiamento della ministra Azzolina preoccupa e irrita l’intero mondo scolastico.
“Lavoriamo per non lasciare indietro nessuno. La scuola ha reagito prontamente all’emergenza: nella difficoltà stanno emergendo esperienze di innovazione bellissime”, sono le dichiarazioni della ministra dell’Istruzione in un’intervista di Luca Telese. Eppure una modernizzazione dei sistemi di reclutamento dei docenti sembra, a suo avviso, una missione impossibile.
Pubblichiamo la lettera aperta di un collega, nella speranza che arrivi al destinatario per aggiungersi ai tanti messaggi che si tenta di recapitarle.

“Onorevole Ministra,

Le scrive un giovane aspirante docente, padre di famiglia, che ha speso gli anni migliori della propria vita a studiare per inseguire un sogno che rischia di essere vanificato a seguito della corrente emergenza sanitaria, la quale, ahimè, ci ha resi tutti “vulnerabili protagonisti”.
Il D.L. 8 aprile 2020, n. 22 (vedi art. 2 n. 4) prevede lo slittamento degli aggiornamenti e dei nuovi inserimenti in III fascia al prossimo anno scolastico, tuttavia, al fine di evitare possibili contagi, è possibile digitalizzare le domande semplificandone addirittura la procedura. Bandire comunque i concorsi, in una situazione del genere, sarebbe pura eresia, non trova On. Azzolina?
Lei sa bene che oggi, per svolgere una professione del genere, bisogna fare i salti mortali: primi i nostri genitori, perché forse fanno troppi sacrifici (più del dovuto), per pagarci le tasse universitarie, i corsi extracurricolari, le certificazioni linguistiche/digitali, etc., poi noi, che nella speranza di realizzare un sogno, facciamo per anni la “quarantena” chiusi dentro casa a studiare.
Credo di parlare a nome di tutti gli insegnanti o aspiranti tali, che si sono ritrovati nella mia stessa situazione a causa di una Sua negligenza: le graduatorie devono essere riaperte. Viva la meritocrazia, viva la trasparenza, #stopmad.”

Dario Antonio Orso

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